menomasia non è solo una rubrica musicale, ma è un racconto estemporaneo di ciò che la musica e l’arte trasmettono e di come senza di esse questo mondo non sarebbe così pieno di vita. Buona lettura!
Christian “DeLord” Carlino
Ezio bosso in concerto al Comunale di Bologna
Recensione concerto: Ezio Bosso, compositore pianista e direttore d’orchestra ha dedicato questo concerto ai terremotati del centro Italia. Se te lo sei perso, puoi rivedere il video dell’esibizione del brano “Following a Bird” a questo link
Ore 20.40 Sembra assurdo ma non sono mai stato al teatro comunale di Bologna e per me è la prima volta. Irene, incredula, mi ha detto che è una buona occasione per rimediare 😉
Appena varcata la soglia, tutto il degrado che ho incontrato mentre venivo in qua magicamente scompare e mi lascio avvolgere da questo silenzio che assume un valore inestimabile in questo turbinio di voci del nostro paese che altro tempo non danno se non quello per le sterili polemiche…
Sono in ritardo ed ormai il mio posto in platea non è più disponibile. Mi viene assegnato un altro posto “temporaneo” fino all’intervallo, esattamente 26c. Sarà una caso? Entro, la mia vista é unica: sembra quasi di stare sul palco insieme all’orchestra.
In questa prima parte di concerto ascolteremo: Samuel Barber Agnus Dei, Johann Sebastian Bach Preludio in Mi minore BWW 855, Arvo Part Fratres e due composizioni del maestro Ezio Bosso Split e Rain. (queste ultime fanno parte del suo disco ezio bosso the 12th room)
Il teatro è delicato, così sottile ed impalpabile. Mi avvicino al mio posto ed entro lentamente in simbiosi con le musiche che riecheggiano in ogni dove. Tutto d’un tratto rallenta il respiro, tutto si calma e si fa leggero come una piuma. È questo allora Ezio Bosso mi dico, una persona leggera ma con un’animo infinitamente grande e pieno di gioia. Osservo i suoi movimenti farsi leggeri, volteggiare nell’aria ma al tempo stesso prender forma e forza per trasformare questo nostro silenzio interiore in qualcosa di magico che amiamo definire musica.
La musica qui è magia. Ancora non mi par vero di aver racchiuso al di fuori di questo luogo l’affascinante delirio e degrado che è Piazza Verdi, che rende Bologna paradossale e unica al tempo stesso, un non-luogo dove entrambe le situazioni co-esistono al tempo stesso, qui ed ora.
Il pubblico del maestro Bosso è un pubblico molto attento, osservatore minuzioso di ogni attimo di silenzio che separa ogni nota che ci avvolge fino a creare questa leggera danza che ci porta ad immaginare questo mondo in perfetta armonia immaginato da Ezio Bosso. A tratti queste musiche mi ricordano scenari di un passato già vissuto in cui la speranza non è mai morta assieme alle atrocità che furono ma ha preso a poco a poco lo spazio in un mondo positivo ed unito, soavemente colorato e danzante, in festosa ammirazione per tutto quello che siamo riusciti a salvare e far prosperare.
Poco fa mi sono segnato questa citazione che il maestro ha voluto raccontare prima di eseguire il suo brano Split, postcards from far away, “Siamo gli unici a poter distruggere le cose come un terremoto. Allora quest’uomo osservò bene ed in mezzo a tutta la distruzione di quei bombardamenti, trovó un tavolo da the ed allora pensò che il mondo ha ancora una speranza di essere salvato dalla malvagità dell’uomo.”
La ripetitività che ho incontrato questa sera in alcune musiche che sono state eseguite, a tratti mi ha ricordato un Philip Glass di tanti anni fa, immersivo e trascinante, minimalista ma con classe, capace di portarti in altri luoghi così lontani e profondi all’interno della nostra anima. Vorrei foste qui per percepire esattamente quello che sto descrivendo ma, potete provare a farlo anche da voi: chiudete gli occhi e tappatevi le orecchie, ora ascoltate attentamente il battito del vostro cuore che in simbiosi danza assieme ad ogni organo ed atomo di voi, provate a rallentare i pensieri fino a riuscire a catturarli ed ora aprite la mente, immaginate dove siete, ora, questa è vita. La vostra vita.
Siamo arrivati all’intervallo e dopo un’esecuzione impeccabile e ricca di forti emozioni il pubblico dedica una standing ovation al maestro Bosso e a tutta l’orchestra per averci permesso di viaggiare con loro in questo mondo magico ed incantato fatto di musica ed emozioni.
L’orchestra rientra al gran completo, scompare il pianoforte per lasciare spazio all’esecuzione della Sinfonia di Felix Mendelssohn Bartholdy Sinfonia n. 4 in La maggiore op. 90 “Italiana” . Torna con noi anche il maestro Ezio Bosso in veste di Direttore d’orchestra pronto a far volteggiare nuovamente suoni ed emozioni sul palco per una platea attenta ed in percepibile visibilio. Ammirata da qui l’orchestra è unica, a tratti mi sembra quasi farne parte. È tutto una perfetta sintonia danzante quella a cui siamo dinanzi, a tratti malinconica ma pur sempre leggera.
La forza di quest’uomo è impressionante e la gioia che percepisco dai suoi movimenti, dalla sua scrupolosa attenzione è affascinante. Un’attenta ricerca della perfezione nel dirigere questa sinfonia e permetterci di lasciare il mondo là, fuori, dove tutto si confonde con la pochezza di valori culturali nei quali questo paese è lentamente caduto negli ultimi decenni… però tutto questo ci lancia un segnale: c’è sempre una speranza di un futuro migliore e sembra quasi che qui questa sera sia tutto incastrato a ricordarcelo, a strapparci un sorriso ed una grande emozione di gioia.
Il concetto che mi porto a casa stasera è:
“Questa musica cattura, ammalia, affascina e ti trascina in un altro mondo che verrà. Un mondo migliore. Questa musica dimostra quanto sia bello il nostro paese e questo va tutelato. C’è un unico modo di stare insieme e sia voi che la mia orchestra me lo avete dimostrato ed è questo, amandoci l’un l’altro ed amando il nostro paese.“
Questa è la frase che riassume questo concerto ed il messaggio che il maestro Ezio Bosso mi ha lasciato durante il concerto.
Buonanotte Bologna.
Ho sempre sognato di poter scrivere liberamente di musica. L’articolo che hai appena letto rientra nel mio progetto che ho chiamato menomasia (unione delle parole meno male così sia); menomasia non è solo una rubrica musicale, ma è un racconto estemporaneo di ciò che la musica e l’arte trasmettono e di come senza di esse questo mondo non sarebbe così pieno di vita.
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