Fedez in concerto a Bologna, Estragon 2015. Recensione concerto
Questa sera sono ad un concerto di un artista molto discusso in Italia che ha fatto parlare di sé per i vari scontri politici avuti con Maurizio Gasparri e non ultimo con il quotidiano Libero in merito al suo schieramento a favore della legge contro gli ecoreati; diciamo che non è sicuramente un personaggio “di comodo” : il suo nome è Fedez e oggi si esibisce a Bologna.
Avevo parlato di lui lo scorso anno in questo articolo che a rileggerlo adesso, dopo quasi due anni, mi fa leggermente sorridere perchè forse all’epoca, annebbiato ed immerso nel periodo politico-storico di decadimento culturale, non avevo capito la citazione e l’ironia presenti nel brano ALFONSO SIGNORINI. Ora non ditemi che sono un venduto, assolutamente no. Capita solo che in questo momento io stia osservando il mondo in modo totalmente distaccato e molto più oggettivo di prima; lasciatemi ora raccontare come ho vissuto il mio primo concerto di Fedez a Bologna.
La foto è di proprietà di Massimo Barbaglia x ANSA
La serata inizia in un modo molto particolare. Di solito a tutti i concerti in cui sono stato la scena è sempre la stessa: fuori un’orda di bagarini e venditori abusivi ti propongono una marea di gadget dell’artista di turno a prezzi molto opinabili; qui invece succede una cosa molto più strana e che non avevo mai vissuto prima. Entro nel parcheggio dell’Estragon di Bologna e, senza nemmeno il tempo di rimuovere le chiavi dall’auto, vengo assalito da un’orda di bagarini che cercano di vendermi bandane, magliette, portachiavi e qualsiasi oggetto abbiano portato con sé. Per un attimo penso che se non compro nulla potrei finire male, ma riesco a dileguarmi e lasciare il testimone alla prossima ignara vittima. Ritiro i biglietti ed inizio a guardarmi intorno. Il pubblico di Fedez a Bologna mi piace, è molto variegato: il suo target è decisamente ampio. Nel frattempo un classico tramonto estivo si abbatte su Bologna e tutt’intorno a noi, che attendiamo l’inizio del concerto; è uno spettacolo stupendo unito ad un’ottima piada e birra. Finisco ed entro.
Il concerto di Fedez a Bologna inizia. C’è una sola cosa che non capisco: come mai ci siano tutte queste luci accese nel locale… Va beh che sul palco è uscita Vivian, che introduce e riscalda il pubblico prima dell’arrivo di Fedez. Secondo me però lei merita un’atmosfera migliore, più da club (qui maggiori info su Vivian).
Il sound di Vivian ricorda completamente quello che ho sentito quest’anno durante l’edizione numero 8 di X factor; Vivian entra e dedica un brano a tutte le donne presenti in sala si chiama”Beautiful lady“, il pubblico si infiamma. Credo che domani per me sarà molto difficile avere un udito impeccabile, ma d’altronde è anche questa la parte magica dei concerti.
Vivian incanta per il suo modo così naturale di utilizzare lo slang inglese, così impeccabile che forse ad X factor non era stato valorizzato così a fondo. Per me è un genere non convenzionale ed è per questo che l’adoro, mi sento un piccolo americano del ghetto che segue quello che viene definito il rhythm. Vivian la percepisco molto emozionata, d’altronde come biasimarla, aprire un concerto di Fedez non è da poco. Soprattutto in questo momento e con questo disco. Sorseggio una birra, torno indietro di una decina d’anni.
“Fra poco arriverà qualcuno su questo palco. E quando vi dirò chi è voi urlerete: Fedez!” Il pubblico infiamma ancora di più questo Estragon e con questo proclamo Vivian ci lascia. Attendiamo Fedez. Vivian ti apprezzo molto di più qui dal vivo che su X factor. Brava.
L’atmosfera è strana, rilassata e godereccia. Inizia. Compare Fedez in video che ci racconta senza peli sulla lingua la situazione italiana; prima di continuare a leggere vi consiglio di guardare questo video.
Nel video compare Alessandro di Battista che legge e sottolinea tutte le stronzate dette dai politici in TV contro Fedez. Forse la musica torna ad avere un ruolo centrale all’interno della nostra società? Finalmente torniamo a fare cultura? Compare anche Dario fo: fa capolino alla fine del video. Tutta l’introduzione è incentrata sul populismo italiano becero. Complimenti Fedez, bell’ingresso all’Estragon di Bologna.
“Questo è un paese in cui la gente non arriva a fine mese, ma si preoccupa di più di arrivare con la batteria dell’iPhone a fine giornata”
“Chi dimentica la storia è destinato a riviverla” è una frase che mi colpisce, durante questi anni avevo visto ben pochi cercare di fare ciò che l’artista deve fare: provocare e stimolare. Questo concerto è l’urlo di una generazione stanca che si sta lentamente risvegliando. Vuole svoltare e spazzare via tutto questo clientelismo, becero bigottismo italiano, buonismo etc… Forse mi devo ricredere sul cambiamento che cerchiamo in Italia, forse intravedo una piccola rivoluzione in atto così silenziosa ed invisibile ma efficace. Chi potrà saperlo, ci rivediamo qui tra dieci anni per capire chi avesse ragione. Ed anche la chiesa viene abbattuta da Fedez, descrivendola come un’ipocrisia vestita di denaro che finge di voler aiutare nel concreto. Ed ora è il momento anche di Nicole Minetti, dal pubblico parte l’urlo che la definisce una figlia di buona donna per non dire altro….
Molto bello l’accostamento tra il caso eternit in Italia e l’amore. Ci sono, credo, due livelli di lettura nei brani di Fedez: il primo, quello più superficiale è ciò che viene percepito dalla massa mentre invece, analizzando molto bene i testi ed anche le presentazioni durante i concerti, si percepisce dove Fedez vuole andare a parare. Ed è giusto così. Chi mi capisce avrà colto questo sottile secondo livello di lettura. Anche Vivian se la cava molto bene come seconda voce ed interprete sostituendo le voci di Noemi, Michielin etc…
Sul palco tre gigantografie di Barbara d’urto vestita da Madonna, Michele Misseri e Maria de Filippi: il palinsesto televisivo italiano. Benvenuti nella televisione italiana. (purtroppo di Bologna non ci sono foto…)
Piccola pausa per Fedez, rimane sul palco Vivian che, come anticipato da Fedez, ci dimostra che si è meritata di essere su questo palco. Ci sa fare e non poco. Fedez rientra vestito da super eroe ed il pezzo non a caso è Alfonso Signorini, ne parlavo molto male quasi due anni fa in questo articolo prima di conoscere Fedez così bene come con quest’ultimo disco.
Fedez esce e rientra vestito da assorbente. Una sottile protesta contro un mercato musicale che riduce ormai tutto ad un brand ma a volte in modo del tutto esagerato e poco etico, lasciando vip ad abbassarsi a pubblicità insulse pur di rimanere sulla cresta dell’onda e guadagnare qualcosa.
Le oltre 33 milioni di visualizzazioni del video su YouTube giustificano l’intero Estragon che canta tutto il brano “Magnifico” sicuramente uno dei pezzi che ha consacrato il successo di Fedez al grande pubblico quest’anno, assieme al brano “Cigno Nero” dello scorso album.
Arriviamo a conclusione del concerto in un tempo che sembra scorrere così veloce e leggero. Tutto merito di un concerto studiato in modo impeccabile, farcito da un ospite d’eccezione che ha curato la stesura dei testi: Francesco de Gregori, supportato dall’immenso Francesco Pannofino famosissimo doppiatore italiano. Che dire, non mi aspettavo di tornare a casa questa sera con in mano un concerto così perfetto; bravo Fedez e tutta l’ideazione dello spettacolo perchè sì, questo lo devo dire, è stato proprio uno spettacolo. Proprio quello spettacolo che spero si sparga sempre più a macchia d’olio tra molti artisti italiani così poveri di contenuti e ricchi solo in ipocrisia negli ultimi anni.
Il concetto che mi porto a casa stasera è:
“L’italiano per protestare in piazza aspetta che ci sia il sole” credo sia questa la frase che riassume questo concerto ed il messaggio che Fedez vuole lanciarci.”
Buonanotte Bologna.
Ho sempre sognato di poter scrivere liberamente di musica. L’articolo che hai appena letto rientra nel mio progetto che ho chiamato menomasia(unione delle parole meno male così sia); menomasia non è solo una rubrica musicale, ma è un racconto estemporaneo di ciò che la musica e l’arte trasmettono e di come senza di esse questo mondo non sarebbe così pieno di vita.
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